
LIBRI

Badde Lontana. Ediz. Gallizzi è il mio primo romanzo. 1995.
Al centro della narrazione, affidata ogni giorno alle pagine di un diario, c'è la ricerca di una verità da ristabilire. Sospinto dalla memoria, come nel pro-cedere di un sogno, il protagonista del romanzo va alla ricerca disperata di questa verità, che poi riguarda quella di una donna: Mara.
Ma altre donne si avvicendano in questa storia strappata al silenzio e alla notte. Volti e nomi come spazi di un labirinto misterioso, forse per questo ineluttabile, donne che chiamano prima ancora di essere chiamate.
In realtà, proprio durante questa marcia di avvi-cinamento, sempre più intricata e imprevedibile, scopre di andare incontro a se stesso, verso una sorta di rito di passaggio.
Infine, come il lettore avrà intuito dal titolo del romanzo, non può certo mancare un'eco della canzone Badde Lontana. Questa volta intessuta all'interno di una storia più grande.

La maschera strappata
Castello Editore - Cagliari - 1998
La maschera strappata è il mio secondo romanzo, dopo Badde Lontana edito da Gallizzi.
I miei sette, otto amici ascoltatori rimangono qualche istante ammutoliti, immobili, lo sguardo perduto nel vuoto, certo lo stesso vuoto dell'albergo senza nome dal quale riemergono sicuri e determinati, in mia compagnia. Per tornare puntualmente alle nostre miserie quotidiane. "La chitarra è ancora lì, scordata e ugualmente pronta a sostenerci nelle nostre ballate, ironiche e drammatiche a un tempo, quasi sospese tra il cielo e il nulla. Per fortuna, come succede ai bambini, qui ci sfugge che ogni emozione, ogni gesto, persino ogni pensiero, da un momento all'altro può coincidere con l'addio alla nostra vita. Soltanto la memoria, di ieri come di domani, lo sa. E mentre dilata indefinitamente attimi e sentimenti, tiene discretamente per se questo segreto".
IL PAESE CLANDESTINO
Recensione di Sara Cabitta

Ma ormai è il paese nel quale sei chiamato a vivere, il tuo; oggi questo, domani quello. Fra dieci anni, chissà quale. E forse un giorno, se davvero riuscirai a capire te stesso, scoprirai che l'unico paese che non hai mai lasciato, e non sarai costretto a lasciare finché sei vivo, sei proprio tu. Nessun altro. Il distacco, lo strappo che lascia l'anima incerta sulla soglia del mondo, capita a tutti di percepirlo. Nel trasferimento da un paese all'altro e nel trasloco di casa in casa si perde sempre un pezzo di sé, ciò che occorre ricordare è che si acquista anche qualcosa. La ricchezza non risiede unicamente nella memoria ma la si può trovare in ogni nuova esperienza.
Attraverso la narrazione in prima persona viene tracciato un percorso che segue l'intera esistenza, dall'infanzia libera e spericolata, alla consapevolezza matura dell'uomo che affronta il mondo degli studi e del lavoro, i lutti, comprende la distanza che separa chi è protetto da ricchezza e potere dalla povera gente. Gli anni Sessanta si chiudono con fatti di sangue che segnano la collettività, il terrorismo e le morti innocenti: la strage di piazza Fontana, le bombe alla Banca Nazionale del Lavoro a Roma e all'Altare della Patria. E mentre il mondo va in pezzi e il progresso si rivela cinico, cieco e anche menzognero, stritola stili di vita e relazioni sociali, la piccola società all'interno del paese potrebbe essere l'unica salvezza.
Sara Cabitta
www.mangialibri.com
Osilo, 10 settembre 1955. E' il giorno in cui tutto cambia, la casa amata e conosciuta viene abbandonata e la valle di San Lorenzo resta indietro, e il cavaliere della fame spinge l'intera famiglia a cercare un futuro altrove. Il progresso e l'arrivo dell'elettricità hanno costretto i mugnai ad abbandonare i loro mulini, le famiglie che fino a quel momento avevano di che vivere sono costrette a migrare. Persino spostarsi da un paese a un altro significa diventare clandestini, perdere radici, sicurezza, punti di riferimento. Per un ragazzino è difficile capire la scelta dei propri genitori, nella nuova casa si sente ospite momentaneo. "Certe volte accadeva che qualcuno mi avvicinasse in modo sospetto, quasi volesse annusarmi, convinto che avessi addosso odore di farina e di mulino. E che fosse ancora la valle a vestirmi".
La luce del villaggio è diversa, il rapporto con la natura cambia, il desiderio di tornare nei luoghi natii è talmente intenso che ogni giorno il richiamo della valle ha il sopravvento. Insensibile alle raccomandazioni materne, alla fame, alla paura, è il bisogno di inoltrarsi lungo sentieri solitari ad avere la meglio, risalire pendii pericolanti e con l'incoscienza e l'ardore dell'infanzia mettere a rischio la vita, per ritrovare le proprie orme e non lasciarle più.

L'EROE MALEDETTO
Salvatore Tola - Astrid Pesarino

La vicenda di
Giovanni Galluresu, che nella seconda metà del Seicento riuscì da
solo a difendere la torre di Longonsardo dall'assalto dei pirati, e
più tardi si fece bandito, è avvolta in gran parte dal mistero e dalla
leggenda.
Da qui è partito Antonio Strinna, già noto come poeta e come narratore, per concepire questo nuovo romanzo. Messo a fuoco il personaggio nella parte più conosciuta della sua storia, quella della sua impresa del 1658, lo segue poi negli sviluppi successivi, più oscuri, legando la sua latitanza, che lo condusse nella valle di San Lorenzo, vicino ad Osilo, alle sue misteriose origini: cresciuto orfano, scopre che i genitori sono stati assassinati e si propone di vendicarli.
Salvatore Tola (La Nuova Sardegna)
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Un romanzo di grande impatto, nel quale la solitudine e l'avventura diventano il paradigma di un uomo alla continua ricerca delle sue radici. L'eroe maledetto è un romanzo storico che ricorda per intensità di sentimenti, semplici e profondi, il contatto con una natura aspra e selvaggia, la magica scrittura di Corrado Alvaro.
Astrid Pesarino (Blog Tempi Irregolari).
La Brigata Sassari
e le sue missioni
Edizioni La Nuova Sardegna


Collana Le guerre dei sardi

LA NUOVA SARDEGNA
di SALVATORE TOLA - 21 GIUGNO 2014
Da domani in edicola il dodicesimo e ultimo volume dalla collana «Il valore dei Sardi» edita da La Nuova Sardegna «Le missioni di pace della Brigata "Sassari"», di Antonio Strinna.
I libri sinora usciti della collana «Le guerre dei Sardi» edita dalla «Nuova» hanno riguardato i conflitti del secolo scorso. E anzi i tre volumi di Medardo Riccio risalgono anche a quelli che già in precedenza avevano visto impegnate le truppe isolane. Sono venute poi le opere - di Fois, Chirra e Graziani - dedicate alla Grande Guerra e alla Brigata "Sassari"; quindi quella di Demuru sulla guerra d'Africa; e infine le due, rispettivamente di Coni e Serra e di Brigaglia e Podda, sulla Seconda guerra mondiale. Rimaneva da vedere quali prospettive si erano aperte in seguito, e come lo spirito militare e lo stesso «valore dei Sardi» si erano venuti configurando in tempi in cui i rischi di una guerra combattuta in casa si andavano affievolendo.
A questi interrogativi risponde Antonio Strinna nel volume dodicesimo e ultimo della collana, «Le missioni di pace della Brigata "Sassari"»: sarà in distribuzione da domani (a euro 5,90 più il costo del giornale). Il passaggio da una logica guerriera a una adattata all'assenza di conflitti, per lo meno in Europa, e all'esigenza di intervenire in quelli che continuano a insanguinare altre parti del mondo, è vista attraverso la vicenda della Brigata, il corpo che del «valore dei Sardi» aveva saputo dare in passato la migliore interpretazione. Ma attraverso la storia di questi reparti si può afferrare quello che può essere avvenuto negli altri dell'Esercito: per passare dai tempi del servizio militare obbligatorio, e delle tante giornate inutili e vuote, a quelli attuali, con i ranghi ridotti ma con una maggiore professionalità e nuove motivazioni. Antonio Strinna, narratore, poeta e autore di opere musicali, coltivava da tempo la passione per la Brigata, ma qualche anno fa ha iniziato a stabilire contatti più stretti, e attraverso visite, incontri e interviste - ai comandanti, a graduati di vario livello e militari semplici - si è impegnato a raccontare le ultime vicende, a cogliere l'atmosfera che si è creata, gli intenti che si sono venuti stabilendo. La memoria di alcuni risale agli anni Cinquanta, quando il «152 Reggimento» funzionava come Centro Addestramento Reclute, e il tasso di analfabetismo era così alto che fu necessario chiamare dei maestri e aprire delle classi; ma i militari, ricorda l'allora comandante Elio Cossu, avevano a disposizione anche un circolo di lettura e una biblioteca. Poi finalmente si arrivò alla ricostituzione della Brigata: l'avevano caldeggiata tra gli altri il mitico generale Musinu e il presidente Cossiga. Le nuove logiche d'azione vennero subito dopo con la missione «Forza Paris», contro i sequestri di persona, e con «Vespri siciliani», contro la mafia in Sicilia.
La narrazione continua poi con le spedizioni nei Balcani, in Iraq, in Afghanistan, che sono alla base della storia di oggi. E mentre si fa chiaro per il lettore lo spirito che anima i partecipanti il pensiero dell'autore ritorna di tanto in tanto a coloro che sono caduti.
LA NUOVA SARDEGNA
I "Sassarini" sempre pronti
Dalla Bosnia all'Iraq all'Afghanistan: «Esempi di umanità operante e concreta»
di ANTONIO STRINNA - 28 Febbraio 2015
Ci sono voluti diversi anni di riorganizzazione e impegni lontani dalle caserme per dare nuova forma e nuovi contenuti alla Brigata Sassari, quella ricostituita l'8 aprile 1989. Come le operazioni Forza Paris, svoltasi in Sardegna nell'estate del 1992, durante il sequestro di Farouk Kassam, e Vespri Siciliani, nel 1994. Quest'ultima decisamente più impegnativa, perché fuori della Sardegna, per la prima volta e mirata al controllo militare del territorio nella lotta alla mafia.
Dopo le operazioni Forza Paris e Vespri Siciliani, che pure sono servite a forgiare i nuovi Sassarini e a mettere alla prova la struttura operativa, ecco arrivare nuovi impegni e di ben altra portata. La guerra nei Balcani: Bosnia, Kossovo, Albania e Macedonia.
Crollato l'impero di Tito come un castello di cartapesta, la Jugoslavia diventa un vulcano improvvisamente attivo, che riduce in frantumi ogni forma di equilibrio politico fin qui funzionante fra i suoi popoli. Per porre fine alla guerra, e al continuo massacro di intere popolazioni, la Nato decide di intervenire con alcuni reparti militari, fra questi la Brigata Sassari, impiegata come forza d'interposizione.
Il calendario delle missioni di pace della Sassari inizia con l'Operazione Alba (marzo-luglio 1997) come forza di interposizione della Nato. Viene impiegata in Bosnia ed Erzegovina con l'Operazione Constant Forge (ottobre 1997-marzo 2000), ma è presente anche in Kosovo, nell'operazione Joint Guardian, dal 1999 al 2002, con la forza multinazionale Nato Ifor.
E' il 12 settembre 2001. Il giorno in cui il 152° Reggimento viene impiegato nell'Operazione Essential Harvest, Raccolta Essenziale, a Petrovec. Un'attività finalizzata all'operazione di disarmo della fazione albanese. La guerra era finita, ma molto rimaneva ancora da fare, e la pace non aveva davanti a sé binari robusti e sicuri. Proprio per questo era necessario che la Sassari fosse lì, rispettosa e attenta ai bisogni di questa popolazione. In Bosnia i Sassarini si tassarono per effettuare l'adozione a distanza di 50 bambini di tre etnie diverse, in conflitto fra loro.
«Fin dalle prime missioni all'estero, a Sarajevo e Pec, fra il 1998 e il 2000, ho avuto modo di conoscere la tempra dei sardi - racconta il generale Bruno Stano, allora comandante del 151° reggimento - Una tempra e un carattere che li rende diversi e sempre affidabili».
E' l'ottobre del 2003. Il calendario delle missioni di pace porta la Brigata Sassari in Iraq, sino al 2006. I Sassarini devono ora scrivere la loro storia in un deserto ribattezzato White horse, Cavallo bianco, nella provincia di Dhi Qar. Si tratta del quartier generale dell'operazione Antica Babilonia. Qui all'inizio si parlava solo inglese, ma poi la lingua ufficiale è diventata quella dei diavoli rossi. A Nassiriya c'è la sede del Comando militare e la base Maestrale è nel cuore della città. Qui accade l'evento più luttuoso di tutte le missioni fin qui effettuate. Silvio Olla, del 151° Reggimento, è una delle tante vittime di un'azione terroristica senza precedenti. Nel 2006 è un altro sardo, ugualmente Sassarino, che cade eroicamente non lontano da Nassiriya, Alessandro Pibiri.
«Non c'è addestramento che tenga, in una situazione come questa - ammette il capitano Fiori - l'uomo non è mai pronto ad affrontare queste tragedie, la perdita di un amico e il ferimento di altri quattro con i quali hai preso il caffè poche ore prima. Qui esce la tempra, quando ti ritrovi davanti alla morte, coraggio e spirito di sopravvivenza».
Il contesto non era favorevole. Bisognava moltiplicare gli sforzi. Ma non ci si poteva fermare di fronte a segni e gesti di ostilità, neanche davanti ad attentati. A questi soldati non rimaneva che portare avanti il loro impegno, anche a costo di vite umane. Eroici sacrifici poi riconosciuti dallo Stato con due medaglie d'oro. «I sassarini, uomini e donne, hanno dato in Iraq la migliore delle risposte - racconta il colonnello De Masi -. Sono un esempio di umanità operante, silenziosa e concreta, frutto di un grande spessore culturale e anche coraggio, mai sbandierati».
Dal 12 luglio 2007 era stato affidato al 152° della Sassari il sistema operativo dell'ISAF, il PRT, con il quale sono stati sviluppati progetti riguardanti l'istruzione, la salute pubblica, l'agricoltura, la sicurezza e la viabilità. La ricostruzione, la gestione e la sicurezza hanno un netto predominio sulle attività militari. Ne consegue che ad una maggiore ricostruzione corrisponde una maggiore sicurezza, in fondo l'esigenza più avvertita dalla popolazione.
Anche le missioni svolte in Afghanistan, dal 2007 al 2014, con sede a Herat, hanno la stessa impronta, anche se Herat, Farah, Bala Mourghab, Shindand e Bala Baluk, non riservano meno pericoli. Anche qui le attività fondamentali sono quelle di sicurezza e controllo del territorio, ma anche di sostegno e ricostruzione.
Dopo aver verificato con quanta professionalità e abnegazione i Sassarini sono soliti svolgere le loro missioni, appare evidente che la storia della Brigata Sassari, iniziata 100 anni fa, è ben lungi dall'essere conclusa. Anzi, mettendo al servizio degli altri il suo spirito di pace, ha saputo disegnare la sua nuova strada, adeguata ai nuovi scenari, che è poi la strada della solidarietà e della fratellanza, capace di superare qualunque confine e steccato.

IL TORRENTE E LE SUE ANIME
Antonio Strinna - Scatole Parlanti Editore
5 Luglio 2023 - Rivista Donna - Massimiliano PERLATO
Da qualche giorno è in libreria l'ultima pubblicazione di Antonio Strinna "Il torrente e le sue anime" (Scatole Parlanti Editore), una storia in cui sono i territori gli attori principali e insieme le voci narranti, in continuo rapporto fra di loro e con gli uomini. E sono sempre i luoghi a determinare il punto di vista degli eventi, quasi mai coincidente con quello umano, motivo per cui la narrazione diviene fatalmente visionaria e straniante.
Strinna è nato ad Osilo e vive a Sassari. Dopo una lunga attività musicale, ha scritto i romanzi: "Badde lontana" (Gallizzi editore), "La maschera strappata" (Castello editore), "Tutto accade" (Joker Editore), "L'eroe maledetto" (Arkadia editore), "Il paese clandestino" (Arkadia editore). Inoltre, "Le missioni di pace della Brigata Sassari" (Edes editore), successivamente pubblicato dal quotidiano La Nuova Sardegna nella collana "Le guerre dei sardi"; "San Lorenzo, la valle dei mulini" (Ass.ne Badde Lontana Editore).
È coautore della canzone "Badde Lontana", composta nel 1972 insieme ad Antonio Costa, un brano che da decenni fa parte del canto tradizionale sardo. Ha pubblicato articoli nei volumi: "Grazia Deledda, tra memoria e futuro" (ACSIT editore Firenze), "Italia insulare – I poeti" (Macabor Editore). Insieme alla sua Associazione Culturale Badde Lontana, della quale è fondatore, si occupa di tradizioni locali, di escursionismo e della promozione del territorio (San Lorenzo, la valle dei mulini, Osilo).
Attualmente sta lavorando, fra l'altro, al lungometraggio-Musical "Omines po brulla" (Uomini per scherzo) in qualità di coautore dei brani, soggettista e sceneggiatore. "Omines po brulla" è un'opera musicale dedicata a Paolo Mossa, il più grande poeta dialettale sardo.
"Ad Osilo, che mi ha donato i natali – ci racconta Antonio introducendo le motivazioni del suo ultimo libro -, nel mulino ad acqua di mio nonno, uno dei 36 mulini che per diversi secoli hanno popolato la valle di San Lorenzo, fin dai primi anni ho imparato ad ascoltare tutte le creature della valle, ogni eco, ogni bisbiglio, in particolare il mulino, il torrente, i boschi, le falesie, i canyon, la foresta pietrificata, la volpe, il gheppio. Sono testimone della storia e della scomparsa di quasi tutti questi mulini, già da ragazzo ho pensato di dovermi far carico della loro storia e di raccontarla attraverso la canzone, la poesia e il romanzo. Ed è proprio questo che sto facendo anche ora con le mie opere".
Nel libro "Il torrente e le sue anime", la narrazione si focalizza proprio sulla realtà del rio San Lorenzo, rimasto nel silenzioso abbandono di una valle dimenticata quasi da tutti, insieme ai mulini e alle gualchiere che l'hanno popolata per tanti secoli. Ma ecco che un mattino compaiono sulla scena due ragazzi che, per la loro insolita curiosità e fantasia, sono decisamente diversi da tanti altri loro coetanei. Così diversi da riuscire a dialogare con il torrente e a farsi battezzare con due nomi del tutto nuovi, Molineddu e Falesia, presi in prestito dalla valle.
"Da qualche tempo – prosegue Antonio – la mia convinzione mi ha portato a credere che la narrazione più naturale sarebbe stata, senza alcun intermediario, proprio quella del mulino, del torrente e dei boschi, una narrazione anche delle sue anime più antiche, con voce propria. Dunque, sono loro stessi le voci narranti; in definitiva, luoghi parlanti. 'Il torrente e le sue creature'."
Dopo Molineddu e Falesia, molti altri – ragazzi e adulti – avranno lo sguardo così immaginario da riuscire a dialogare con il torrente, il quale ha anche il potere di condurre i suoi interlocutori indietro nel tempo. E prima ancora dentro di sè, a contatto con la sua essenza. Per tutti, entrare nel letto del torrente, alimentato da decine di sorgenti, significherà conquistare una nuova consapevolezza di se stessi e della vita. In fondo, è la medesima consapevolezza del torrente, quella di essere costituito da miliardi di gocce, eppure di sentirsi una sola entità, e vivere perciò senza divisioni e conflitti. Quelle divisioni e quei conflitti che da sempre lacerano le comunità degli uomini, i loro cuori e le loro esistenze.
Insieme a un vecchio mulino, restaurato di recente, Adamo è uno dei personaggi più significativi del romanzo, un professore in pensione che non crede più nella società in cui è vissuto finora e che per questo ha un solo obiettivo: riscoprire sé stesso, ritrovare Adamo, essere il primo uomo che si è affacciato a questo mondo. Il professore compirà uno spericolato e imprevedibile viaggio nel tempo; impossibile comprendere il mistero che alberga nella sua mente e anche il destino che lo ha condotto nella valle, dentro un mulino senza luce né acqua.
Molineddu e Falesia ricompariranno alla fine del romanzo, sperduti dentro un vastissimo bosco mai frequentato prima, soprattutto sperduti dentro sé stessi. Proprio dal bosco, come dal torrente, impareranno a comprendere che c'è una sola realtà che li può accomunare, unire profondamente, dentro la quale è possibile trovare qualunque risposta, qualunque strada stiano cercando. È la realtà della consapevolezza – spesso assente nel nostro tempo – di aver bisogno l'uno dell'altro.
Per concludere il nostro discorrere, Antonio Strinna mi illumina sui suoi albori letterari. "Ho iniziato la mia attività artistica scrivendo testi di canzoni per bambini, con i quali ho vinto il 1° Premio all'Usignolo d'oro nel 1971 e nel 1972. Oltre a 'Badde lontana', sono autore di diversi altri brani che fanno parte del repertorio tradizionale di molti cori polifonici sardi e della penisola. Con alcuni miei brani ho partecipato a trasmissioni televisive come 'Il sabato del villaggio', 'Vivere il mare' e 'Linea blu'. Sono stato coautore di sigle musicali per Sardegna canta e Buonasera Sardegna (Videolina, Sardegna 1). I miei brani hanno fatto parte di colonne sonore di film come 'Andavamo a piedi nudi' di Lucia Argiolas e 'Africa dolce e selvaggia' di Angelo e Alfredo Castiglioni".
Con i suoi libri Antonio Strinna è stato presente più volte al Salone Internazionale del libro di Torino e alla Fiera Nazionale del libro di Roma "Più libri, più liberi", partecipando nel 2005, su Rai 3, alla trasmissione televisiva Fahrenheit tram.
Scrive per Giornali e Riviste. Ha fatto parte di numerose Giurie di Premi letterari: Premio città di Sassari, Premio città di Olbia, Premio poesia sarda ACLI della Sardegna, Premio teatrale Nino Costa, Premio musicale Faber (F. De Andrè). Ha partecipato a Convegni specialistici su temi riguardanti l'ambiente, la cultura, il turismo, la lingua e la musica sarda (Università di Sassari. Conferenza regionale sulla musica e la cultura sarda). Ha tenuto Laboratori letterari e musicali nelle scuole elementari, medie e superiori. Da cinque anni è referente per la Sardegna dell'AIAMS (Associazione Nazionale Mulini Storici).
Massimiliano Perlato
Rivista DONNA


Salvatore TOLA - La Nuova Sardegna
26 marzo 2020
..... San Lorenzo, frazione di Osilo, può contare per fortuna su un gruppo di estimatori e di amici che operano in suo favore attraverso un'associazione che ha assunto il nome di «Badde lontana»: l'ultima iniziativa è un libro a più mani curato dal presidente, lo scrittore Antonio Strinna: si intitola "San Lorenzo. La valle dei mulini", perché l'attività molitoria è al centro della storia dell'insediamento: erano 36 le macine che giravano mosse dalle acque del ruscello che scende lungo la valle, più due gualchiere, dove un maglio ammorbidiva a bagno d'acqua i rustici panni delle tessiture domestiche.
Queste attività, che hanno avuto fine alcuni decenni fa, sono il tema principale del libro. L'intento è farle conoscere, prima con scritti a carattere storico e scientifico, ma anche attraverso le suggestioni della narrativa e della poesia.
Sal Lorenzo, la valle dei mulini
San Lorenzo, la valle dei mulini nasce con l'intento di ricordare i mugnai e i mulini che per diversi secoli sono stati artefici della storia di San Lorenzo, frazione di Osilo, ma intende anche promuovere le risorse territorio.
Con uno sguardo rivolto al passato e insieme al domani, il libro cerca di dare una risposta a questo interrogativo. E qui la posta in gioco è il destino di una comunità che rischia di scomparire.
Il volume si articola in 15 capitoli e contiene diversi contributi, voci narranti che arricchiscono la rappresentazione di una valle che una volta contava due gualchiere e trentasei mulini idraulici. Oggi solo uno, di proprietà del Comune, è in grado di funzionare, a beneficio di turisti e scolaresche.Il volume conclude il racconto della valle con un suggestivo corredo fotografico; e anche questo è un invito a toccare con mano, più che a visitare, le sue risorse, le sue bellezze, oltre ai mulini dismessi, preziose creature che ancora oggi raccontano la storia di San Lorenzo, la sua valle di mulini.
